A Selinunte si trova il parco archeologico più grande d’Europa e uno dei litorali sabbiosi più belli d’Italia. Di straordinario questa antica città greca ha innanzi tutto la posizione, a circa 30 metri sul livello del mare; il fatto che le acque azzurre del Mediterraneo lambiscano uno dei litorali più incontaminati della zona proprio a ridosso del parco archeologico, aggiunge bello al bello. Così accade che, camminando attraverso le rovine dei templi tra colonne imponenti svettanti lungo sentieri in una zona semi-desertica, ci si trova con la spianata del mare a un passo, vicino alle più belle spiagge di Marinella di Selinunte.

I templi che svettano in solitudine sulle colline, si vedono anche dal mare, mentre vi state facendo un bagno sulle spiagge di Marinella, l’antico borgo di pescatori che vi delizierà il palato con piccole trattorie di pesce sul mare. I siciliani ormai non si stupiscono più di tanto, sono avvezzi a queste visioni da migliaia di anni. Per noi forestieri passeggiare nella piena rappresentazione della civiltà greca classica è una sensazione che ha pochi eguali al mondo.

Selinunte è immersa nella riserva del fiume Belice. Per questo motivo superata Marinella, il paesaggio cambia e si fa più verde, c’è una bella spiaggia che confina con la pineta. In questi paesaggi è sorta Selinunte, città che per duecento anni fu legata a Cartagine, poiché sperava di trarne appoggio per battere la vicina Segesta. Annibale la rase al suolo, Selinunte si riprese, ma venne colpita da un cataclisma che la distrusse per sempre anche se il mito di questa città è vivo oggi più che mai.

Prende il nome dal Selinos, il fiume che la solca insieme al Cottone. I suoi templi sono stati costruiti con enormi blocchi di marmo che provengono dalle latomie (dal greco làs, pietra, e témnein, tagliare). Le più famose latomie sono quelle che gli arabi battezzarono Ramuxara e che noi conosciamo come cave di Cusa (dal nome del proprietario delle terre che le ospitano, il barone di Cusa).

Tra questi templi il tempio consacrato al dio Apollo, enorme. Doveva essere una costruzione da far girare la testa, adesso sono rimasti pochi resti sparsi sul terreno, cocci arroventati dal sole e dal tempo che però ci rendono ugualmente l’idea di come il tempio dovesse stupire i visitatori dell’epoca. A sera, dopo una giornata di visite e bagni nel mare cristallino di Marinella, potete assistere all’asta del pesce in piazza Empedocle e concludere in bellezza la giornata. Per organizzare al meglio la vostra visita potete consultare il sito ufficiale del parco archeologico che riporta tutte le informazioni su orari di apertura, biglietti e percorsi di visita. Buon viaggio amici e, ovviamente, buon bagno!

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