La Cappella degli Scrovegni si trova all’interno dei giardini dell’Arena. Osservandola da fuori, non si sospetterebbe mai che contenga uno dei massimi capolavori della pittura italiana del trecento. In questa piccola e anonima chiesetta è contenuto il ciclo più esaustivo di affreschi realizzato da Giotto. Per visitarla è necessario prenotare per tempo poiché si entra in gruppi di massimo 25 persone ogni 15 minuti e i biglietti vanno sempre ritirati almeno un’ora prima della visita.

Marcel Proust vide la cappella nel ‘900, restando colpito dagli affreschi di Giotto, tanto che la sua visita lasciò un segno nelle prime pagine della sua opera più famosa, la “Recherche“, dove parla dei vizi e delle virtù di Padova. Oggi, prima di entrare bisogna trascorrere un quarto d’ora in una stanza di “deumidificazione” e si può godere di un tempo ridotto per la visita, al fine di introdurre meno elementi di disturbo possibile.

Nel ‘300 il banchiere Enrico Scrovegni acquistò il territorio dell’antica Arena Romana, con l’intento di erigervi un palazzo per aumentare il proprio prestigio, e di annettervi una cappella, così da espiare le accuse a carico del padre Reginaldo, noto usuraio conosciuto anche da Dante.

La struttura in origine fu pensata per divenire oratorio privato ed essere trasformato poi nel mausoleo della famiglia Scorvegni. Sapendo che Giotto si trovava in città per decorare la Basilica di Sant’Antonio, Enrico Scrovegni diede l’incarico al grande artista di dipingere la Cappella. Il primo busto sulla destra della Cappella è dedicato a Pietro Selvatico, grazie a cui il tesoro giottesco è stato riscoperto e rivalutato.

Gli affreschi della cappella furono completati nei primi mesi del 1306, ma non si sa nulla, ancora oggi, riguardo la storia della Cappella fino all’800, quando rischiò di scomparire per il disinteresse dei nuovi proprietari (i Foscari Gradenigo) che avevano lasciato crollare il portico sulla facciata e il palazzo fatto costruire da Enrico.

Una volta entrati, l’interno della cappella vi lascerà a bocca aperta: è completamente ricoperto da 137 quadri, disposti in tre file parallele. La prima cosa che vi colpirà sarà il soffitto, con il suo blu intenso e il fitto cielo dipinto. Gli affreschi sono divisi in 40 scene che illustrano la salvezza dell’uomo e si concludono con il Giudizio Universale, i marmi sulle pareti non sono nient’altro che un Trompe-l’Oeil.

Un luogo così ricco di storia non può non essere fitto di segreti. Gli affreschi sono belli, ma non sono tutto quello che c’è da vedere. Il giorno di Natale la luce del sole passa attraverso le finestre della Cappella, illuminando la prima porta d’entrata, da cui faceva il suo ingresso la famiglia Scrovegni, per trasferirsi poi sull’altare e sulla rappresentazione della natività. Grazie ad appositi fori, anche il volto della Madonna viene illuminato l’8 settembre – giorno della sua nascita – e il 25 marzo, ricorrenza dell’Annunciazione. Oggi questa meraviglia per gli occhi sembra essere seriamente in pericolo a causa della costruzione del vicino auditorium, perciò non aspettate troppo a visitarla: potreste non vedere più un cielo così blu.

Accessibilità

La cappella degli Scrovegni è totalmente acccessibile alle persone disabili alle quali, insieme all’accompagnatore, viene garantito il biglietto d’ingresso a prezzo ridotto. Il parcheggio auto con tagliando H è possibile appena davanti il sito e sono disponibili bagni per disabili ampi e attrezzati. Sono disponibili audiocuffie e cataloghi in braille.

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