Non sono un supereroe, se l’ho fatto io possono farlo anche gli altri”. Così Pietro Scidurlo, fondatore di Free Wheels onlus, che fornisce tutela e sostegno alle persone disabili e alle loro famiglie, commentava la sua impresa: l’aver percorso il cammino di Santiago, circa 900 chilometri, in sedia a ruote. Era il 2013. Quelle parole non erano solo un modo per schermirsi, ma un programma di lavoro. Infatti ora è l’autore della Guida al cammino di Santiago per tutti, edito da Terre di mezzo. Per scriverla nel 2014 ha ripercorso il cammino due volte con Luciano Callegari, autore di numerose guide sempre sullo stesso percorso.

“Non possiamo certo aspettare che il cammino sia adattato e reso perfettamente accessibile nella sua interezza – scrivono nell’introduzione Pietro e Luciano –. Se aspettassimo tutto ciò, la nostra vita non basterebbe per vedere quel momento. E allora abbiamo affrontato di petto il problema e ci siamo detti: noi a Santiago ci andiamo lo stesso. E non solo: vogliamo che tutti possano partire e arrivare, con le loro abilità e disabilità”. Detto fatto. Chilometro dopo chilometro hanno cercato e trovato il modo per superare, aggirare o abbattere gli ostacoli: “ostinatamente e controcorrente”. Hanno visitato strutture d’accoglienza, musei, chiese e monumenti, verificandone l’accessibilità. Ne è venuta fuori una guida che rende il cammino possibile non solo a chi si muove in sedia a ruote, ma anche alle persone anziane, ai bambini, ai dializzati e trapiantati (ci sono l’elenco e i recapiti dei centri medici specializzati lungo il percorso), ai celiaci (con indicazioni dei piatti da evitare e dei locali che hanno menù gluten free). “Abbiamo cercato di individuare tracciati alternativi ogni volta che il percorso segnato con le frecce gialle non ci è sembrato adatto alle carrozzine”.

Giunta alla sua ottava edizione, la Guida al cammino di Santiago per tutti suddivide il percorso in 33 tappe fino a Compostela, più altre cinque per chi vuole arrivare a Finisterre e godersi l’Oceano. Per ogni tappa, sono descritti tre diversi itinerari: il cammino classico, un percorso che si svolge interamente su asfalto per chi usa l’handbike e uno per le sedie a ruote. Per lunghi tratti coincidono. Ogni tappa è corredata da una mappa, da un’altimetria e una tabella contenente i chilometri complessivi e i dislivelli in salita e discesa. Il percorso su asfalto è soprattutto su strade poco trafficate. Quello su carrozzina evita i tratti in cui siano presenti scale, pietre grosse o aguzze, terreni fangosi, salite o discese eccessivamente pendenti. Di ogni sterrato viene data comunque l’indicazione di percorribilità. Ogni anno circa 200mila pellegrini arrivano sulla tomba di San Giacomo. Fin dal Medioevo esistono diversi cammini e quello più conosciuto e più battuto parte da Saint Jean Pied de Port in Francia. La guida rende accessibile quest’ultimo, dichiarato nel 1985 patrimonio dell’umanità da parte dell’Unesco.

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