
Il Primo Maggio non è solo (e non dovrebbe esserlo mai) una celebrazione: è un richiamo, ogni anno più urgente, a difendere e rendere concreto il diritto al lavoro. Un diritto che, per milioni di persone con disabilità, resta ancora oggi troppo spesso sulla carta.
Nonostante leggi e convenzioni internazionali sanciscano il principio dell’inclusione lavorativa, la realtà racconta un’altra storia: barriere fisiche e culturali, pregiudizi duri a morire, sistemi di collocamento che faticano a trasformarsi. La persona con disabilità viene spesso vista come un costo, non come una risorsa. Ma il mondo del lavoro ha bisogno di tutte le sue intelligenze, di tutte le sue diversità, per essere davvero innovativo, equo, umano.
Non è questione di assistenza, ma di giustizia sociale. Parlare di lavoro per le persone con disabilità significa parlare di dignità, autonomia, partecipazione. Significa riconoscere il valore dell’esperienza, del talento, delle competenze che non si fermano davanti a una carrozzina o a una diagnosi.
In questo Primo Maggio, allora, vogliamo rilanciare una sfida: costruire un mercato del lavoro in cui le opportunità non siano “concesse”, ma garantite. Un mondo in cui l’accessibilità non sia un’eccezione, ma la regola. Dove ogni persona, con o senza disabilità, possa essere messa nelle condizioni di scegliere, contribuire, crescere.
Perché il lavoro è un diritto. Ma finché non sarà un diritto esigibile per tutti, non potremo dirci davvero liberi.
Buon Primo Maggio. Di lotta, di speranza, di futuro.
No responses yet